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Yuka Zakuro

I più la conoscono come una storica ShopGirl del brand di Harajuku 6%DOKIDOKI, ma Yuka adesso sta seguendo la sua carriera artistica personale! Da quando ha smesso di lavorare al 6% e si è “laureata”* , ha iniziato ad esibirsi regolarmente al Kawaii Monster Cafè – preparando le coreografie per i balletti o presentandosi come una performer lei stessa. Siamo tutti molto eccitati di scoprire questo nuovo lato di Yuka! (Un consiglio: seguitela su Twitter, condivide molti pensieri interessanti su arte, film e fotografia!) Quindi “diamo il benvenuto a questa minuta e bellissima ragazza giapponese!” proprio come quando si esibisce al Cafè!

*Quando si lavora a in un negozio come 6%DOKIDOKI o si segue una moda alternativa, non si tratta solo di vestiti, è un vero e proprio stile di vita! Così quando magari si cambia lavoro o si smette di vestire in quel modo, si dice che ci si è “laureati”, entrando in una nuova fase della propria vita. É il caso di Yuka quando ha lasciato 6%DOKIDOKI.
Perchè hai scelto Yuka Zakuro come nome d’arte?

Mi è stato dato il nome d’arte Zakuro quando sono apparsa per la prima volta nel visual show* di 6%DOKIDOKI. “Zakuro” è un nome che rappresenta le mie origini e ci sono affezionata. Ho anche usato il nome “Yuka” in passato, così ho pensato di unire le due cose ed è diventato “Yuka Zakuro”.

*Il visual show è una caratteristica unica del 6% e unisce moda, arte e performance teatrale.

Come hai scoperto il burlesque e cosa ti ha spinto ad iniziare ad esibirti?

Ho visto uno spettacolo al Crazy Horse quando sono stata a Parigi. Sono rimasta affascinata dalla bellezza e dalla maestria dei performer. Quando ho fatto un po’ di ricerca sul locale, mi sono imbattuta nel Burlesque perchè ho scoperto che Dita Von Teese si era esibita lì.

Ho iniziato ad esibirmi alla Burlesque Night organizzata al Kawaii Monster Cafe – la facevano ogni Giovedì sera. Ma non posso definire quello che facevo al KMC “burlesque” nel vero senso della parola, perchè non mi spogliavo del tutto. Rispetto molto le ballerine di burlesque che hanno l’abilità di rendere tutti gli spettatori felici grazie alla loro bellezza da sogno. Spero di essere come loro.

Credi che il tuo stile e le tue esibizioni si influenzino a vicenda?

Gli spettacoli che ho fatto fino ad ora (sia quelli in gruppo con i Monsters e quelle da sola) sono state create tenendo a mente la mia estetica fantasiosa e la mia visione romantica del mondo. Vorrei essere meticolosa allo stesso modo con i miei vestiti di tutti i giorni, ma ahimè non ci riesco.

Com’è cambiato il tuo stile nel tempo, da quando lavoravi al 6%DOKIDOKI ad ora?

Quando ero al 6%DOKIDOKI, il mio look quotidiano, i miei vestiti e i miei accessori erano la cosa più importante. Ma ora i look che indosso sul palco sono quelli più importanti – quindi il mio stile di tutti i giorni deve essere semplice da indossare e da togliere quando mi cambio e indosso scarpe senza tacco più spesso. Però ci sono certe cose che non cambio – tipo la mia palette di colori e i miei motivi preferiti.

Quali sono i tuoi sogni e obiettivi futuri?

Vorrei esibirmi in uno spettacolo mio all’estero e vorrei organizzare autonomamente una lunga performance. A parte questo, ci sono due altre cose che vorrei fare. La prima è creare un evento con DJ e lettura di poesia. La seconda è creare un set in uno studio e girare il mio spettacolo.

A parte la moda e la danza, quali sono i tuoi hobby? Che tipo d’arte ti piace?

Credo che si possa dire che i miei hobby sono tutte attività che permettono alle persone di esprimersi, come film, fotografia e teatro. É un po’ un’esagerazione chiamarli hobby, ma mi piacciono. I miei registi preferiti sono: Federico Fellini, Busby Berkeley, Rainer Warner, Fassbinder e Luis Buñuel. I miei fotografi preferiti sono: Serge Lutens, Guy Bourdin, Pierre et Gilles, and Helmut Newton. I miei attori di teatro preferiti sono: Saburo Teshigawara and Gisèle Vienne.

Un ultimo commento?

Mi esibisco allo spettacolo prima di cena al Kawaii Monster Cafè. Se siete in Harajuku, fate un salto!

 

Photo provided by Yuka Zakuro for The COMM 
Photo credit: @shojivankuzumi

@yukazakuro

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