Think Piece: la popolarizzazione dei filtri fotografici
Quando ero più giovane, facevo tantissime foto – foto della mia famiglia, delle mie vacanze, dei miei animali domestici e naturalmente, di me stessa. Avendo iniziato a sperimentare con la fotografia così presto, ho anche usato tantissime macchine fotografiche diverse, usa e getta, analogiche, digitali con floppy disk (nati dopo il 2000? Cercate floppy disk su Google!), vecchi telefoni e ora digitali moderne. All’inizio, le macchine fotografiche riproducevano solo ciò che vedevi, lo scatto era il risultato finale e non c’era moda di cambiarlo. Puntavi la macchina e scattavi e, nel caso delle analogiche, aspettavi di vedere il risultato.
Ma la tecnologia ha fatto passi da gigante e ora le foto sono facili da scattare e da condividere, in alta definizione e completamente modificabili. Avendo la possibilità di scattare foto da telefoni con ottime fotocamere, ogni selfie fatto di fretta ha più risoluzione di una vecchia macchina fotografica e può essere subito modificato, anche senza comprare Adobe Photoshop, direttamente su un app, con qualche filtro.
Tutto è iniziato con le prime app di photo-editing nel 2011 e ora tutte le app di fotografia hanno filtri integrati. Filtri per ogni cosa: per cambiare la forma del viso e il colore della pelle e degli occhi o per eliminare ogni imperfezione. Quello che è iniziato come un gioco o un piccolo trucco per cancellare i brufoli, è diventato quasi indispensabile per chiunque scatti foto e le posti online.
In molti non oserebbero mai di postare una foto che non sia stata modificata in app, anche se si tratta solo di aggiungere un lieve filtro rosa… alla fine è sempre meglio vedere il mondo attraverso lenti rosate no?
I fotografi professionisti usano tecniche di ritocco per migliorare le proprie foto sin da metà del 1800. All’epoca dovevano tagliare e incollare la pellicola a mano, nell’epoca moderna è più semplice e immediato, ma l’idea è sempre la stessa: essere creativi. Quindi in questo caso non credo sia un problema.
Ora però modificare le foto prima di postarle online è diventata la norma e Facetune è uno degli strumenti più utilizzati dagli influencer per preparare post che raggiungono milioni di persone. Bisogna essere perfetti e niente di meno verrà accettato. Dopotutto perché mai non voler essere sempre perfetti?
Insieme all’uso sempre più diffuso delle app di ritocco fotografico, sembra che ci sia una popolarizzazione anche della chirurgia estetica e le due cose sono collegate. Ci vediamo sempre attraverso qualche filtro e questo porta a soffrire di insicurezze riguardo il proprio corpo e di dismorfismo corporeo. App come Instagram e Snapchat ci permettono di modificare l’immagine del nostro corpo e del nostro viso come più ci piace. Sembra divertente (tutti amano le coroncine di fiori!), ma se si continua ad aggiungere filtro dopo filtro, diventa sempre più difficile accettare il proprio aspetto senza ritocchi o distorsioni.
Il viso che vedi attraverso le lenti di una macchina fotografica non è esattamente reale. La luce, la vicinanza alla lente, la posizione in cui sei sono tutti fattori che hanno un enorme impatto sulla forma del viso. C’è un motivo per cui puoi scattare il tuo “lato migliore” solo in una certa posizione, in una certa luce e inclinando la fotocamera in un certo modo!
Filtri e ritocchi fotografici non sono intrinsecamente “malvagi”. Come detto prima, il ritocco fotografico è praticamente vecchio quanto la fotografia stessa ed è un mezzo per esprimere la propria creatività che non ha senso demonizzare. L’intersezione tra tecnologia e arte è affascinante e sicuramente si continuerà a evolvere con il passare del tempo. Per il grande pubblico, i filtri sono un modo rapido e divertente per aggiungere un tocco personale ai loro social e può essere ancora più creativo grazie a cornici, adesivi e scritte.
La tecnologia non è nè buona nè cattiva, ma il suo uso troppo frequente ha un impatto sulla psiche collettiva. È importante fare un passo indietro e considerare che apparire migliori in foto può distorcere la nostra percezione di noi stessi. Forse è meglio guardarsi in uno specchio di tanto in tanto!
Come dice il proverbio, la bellezza è nell’occhio di chi guarda… non nella lente!